Bianchezi, il "Careca" di Bergamo

Bianchezi, il "Careca" di Bergamo

Il brasiliano giocò all'Atalanta una sola stagione, nel 1991-92: segnò pochi gol, ma importanti

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A metà strada tra il bidone e il buon acquisto, chissà, Carlos Alberto Bianchezi. Brasiliano, giocò all'Atalanta una sola stagione segnando 8 gol, alcuni importanti. Poi se ne andò, veloce come il vento, con i suoi capelli lunghi e i baffi, meteora della Serie A.

 

Bianchezi ovvero.. Careca

Se lo cercate negli almanacchi trovate almeno 3 versioni di Bianchezi: una con questo cognome, una come Careca Bianchezi, una come Careca III. Terzo, dietro di sicuro al Careca del Napoli, che in quegli anni pure furoreggiava in Serie A.

Questo perché Careca in sé significa "pelato", anche se il Careca del Napoli derivava dalla somiglianza con un pagliaccio. Insomma, un gran caos da cui emergiamo utilizzando la versione basica di Bianchezi, quella con il suo cognome semplice.

Meteora in Serie A, un anno solo proveniente dal Palmeiras, meteora anche con la nazionale brasiliana in quel periodo alla disperata caccia di un attaccante da affiancare, appunto, al Careca originario e famoso. Tra i tanti testati anche lui, diventato calciatore per caso, un provino mentre stava facendo il militare (e con i capelli corti), con scambio di persona incluso, cercavano un altra persona e si ritrovarono Bianchezi, tutto sommato nemmeno male.  

Dal modestissimo Marillà alla nazionale, la Copa America del 1991 a 27 anni, il commissario tecnico è Falcao, nientemeno. Nella partita contro l'Argentina della seconda fase a gironi pronti via e molla una gomitata a Ruggeri: cartellino rosso, addio nazionale (seconda in quell'edizione del torneo) ma non al calcio di alto livello.

 

Gol e rossi

Attaccante non altissimo e longilineo, piede sinistro vellutato, l'Atalanta lo sceglie nell'estate proprio di quel 1991 per sostituire il connazionale Evair. Le referenze sono buone, l'inizio addiririttura devastante: 20 ottobre 1991, la Sampdoria campione d'Italia viene spazzata via a Marassi dalla Dea, trascinata da Bianchezi e Caniggia, la strana coppia sudamericana che però quel pomeriggio si intende alla perfezione: il brasiliano umilia Vierchowod, non proprio l'ultimo arrivato, segna l'1-0 ed entra nell'azione del 2-0.

Altra grande partita Bianchezi la piazza contro l'Inter, all'ultima del girone d'andata: realizza su rigore l'1-0 decisivo ed è la partita che porta alle dimissioni dell'allenatore interista Corrado Orrico. Segna pure nell'1-1 contro la Cremonese, gara celebre perché il pareggio è opera del portiere grigiorosso Rampulla.

Tipo fumantino, l'abbiamo visto già col Brasile, Bianchezi si fa cacciare due volte in campionato sempre con il Parma, mentre in Coppa Italia "saluta" i tifosi del Padova mostrando il dito medio e poi rimedia un'espulsione anche contro la Juventus.

Una stagione appena, prima di chiudere la carriera in Messico con la maglia del Monterrey. 

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