Joao Paulo e quel Bari brasiliano

Joao Paulo e quel Bari brasiliano

L'attaccante giocò in Puglia 5 anni pur condizionato da due gravi infortuni rimanendo anche in Serie B, anzi contribuendo alla promozione in A del 1994

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Joao Paulo, sembrava il nome di un papa. Tecnicamente lo era, Giovanni Paolo, ma a Bari quel nome ha fatto storia comunque a suo modo: Joao Paulo, che in realtà si chiamava Sergio Luis Donizetti. Un attaccante rimasto in Puglia per cinque anni di cui praticamente un paio saltati completamente per via di tremendi infortuni. Ma quello era il Bari dei brasiliani, c'era anche Gerson, ma Joao Paulo era la stella della squadra.

Quella doppietta al Milan

Dal Guaranì al Bari, un balzo di qualche migliaio di chilometri, ma se ti fai notare in Brasile è un attimo a diventare uomo-mercato dove i soldi girano. Nel 1989 Joao Paulo atterra in Italia in una squadra che è neopromossa dopo essere arrivata seconda in Serie B: gli stranieri precedenti del Bari erano stati i due inglesi, Rideout e Cowans, rimasti anche in cadetteria perché troppo legati alla città.

E adesso, per la massima categoria, si pesca in Sudamerica. Il suo "gemello" è il centrocampista Gerson, che però arriva dal Palmeiras, squadra di tutt'altro pedigree rispetto al Guaranì. "Ecco - pensano in molti -, due per uno per risparmiare, il migliore è Gerson e Joao Paulo un extra". In più c'è Nestor Lorenzo, nazionale argentino che sarà il peggiore dei tre.

E Joao? Giocatore totale, nel senso che formalmente è un centravanti, ma può svariare su tutto il fronte d'attacco; e dietro di lui l'idolo locale Maiellaro. La squadra la allena Gaetano Salvemini, uomo pratico, ma che non riesce a fare a meno di questo folletto letteralmente imprendibile.

Salvezza? Nessun problema. Anzi, decimo posto. E la stagione successiva? Ancora meglio. Joao Paulo è pure caricato a pallettoni perché al mondiale del 1990 il ct Lazaroni non l'ha considerato. Sei gol al primo anno per il brasiliano, il doppio in quello precedente, compresa la doppietta al Milan campione del mondo di Arrigo Sacchi che vale il 2-1 per il Bari. Sarà l'ultima sconfitta dei rossoneri prima di 58 risultati utili consecutivi.

Gli infortuni

In nazionale comunque Joao arriverà a 17 presenze e 4 gol nell'era pre-Romario e Bebeto, prima che arrivino a raffica gli infortuni. Il primo è tremendo all'inizio della stagione 1991-92, tibia e perone alla terza giornata contro la Sampdoria, contrasto durissimo di Lanna sotto la pioggia e fermo ai box per il resto del campionato.

Sarà un caso ma il Bari senza di lui retrocede in B nonostante la presenza in rosa di stelle presenti e future come l'inglese Platt e il giovane croato Boban. Però il brasiliano rimane anche in Serie B, mentre i biancorossi rinforzano l'attacco con la futura coppia da sogno formata da Protti e Tovalieri. Un altro infortunio, un altro brutto colpo preso da Progna però, un compagno.

Indietro nelle gerarchie? Non in quelle dei tifosi. A scartamento ridotto, giocando anche trequartista (e ci sarebbe anche Gautieri, un'ala molto offensiva) grazie a lui finalmente tornato al pieno della forma il Bari rivede la Serie A, è il 1994. L'ultimo sorriso, l'ultimo traguardo superato per aiutare una città che l'ha totalmente adottato. Tra Serie A e B il tassametro chiude così: 107 presenze e 24 gol. 

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