Gigi Riva, eroe nazionale

Gigi Riva, eroe nazionale

La grandezza del numero 11, che oggi 7 novembre avrebbe compiuto 80 anni, passa anche attraverso gli indimenticabili momenti con la maglia azzurra, anche da dirigente

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I più italiani degli altri: quelli dei quali, come connazionali, viene naturale essere orgogliosi; persino per un popolo così poco patriottico e così disincantato verso il Paese stesso come siamo noi, da secoli molto più orgogliosi dei tanti campanili che dell'essenza racchiusa nel Tricolore. Di quegli Italiani lì faceva e nel ricordo fa parte Gigi Riva, percepito come simbolo anche da chi non era granché appassionato di calcio o tifoso. Bastava sentirlo parlare per avvertire autenticità e autorevolezza; per pensare che avremmo voluto dei politici e degli amministratori così: come uno che si poteva specchiare nella coerenza sintetizzata nelle poche parole che elargiva, quando proprio doveva, senza enfasi.

Normale, allora, che ogni volta che indossava la maglia della Nazionale il suo volto ossuto e il suo numero di maglia ottenessero, prima dei gol così frequenti, l'effetto di compattare un po' più del solito i nostri connazionali, quel - cuore d'Italia da Palermo ad Aosta - che canta De André in uno dei suoi testi più complessi; De André, già: l'unico non sardo di nascita ad aver amato la Sardegna quanto Gigi Riva.

Riva, l'attaccante azzurro dei record

Quella maglia che su di lui sembrava più azzurra ancora l’ha onorata da attaccante, con 35 reti in 42 presenze, capocannoniere di sempre dell'Italia; l’ha custodita e protetta poi, da dirigente, punto di riferimento ideale e carismatico per generazioni di calciatori che pur dalla loro cornice sempre più ovattata e rarefatta hanno in ogni caso saputo riconoscere la grandezza di un uomo che ha dispensato orgoglio a un popolo talmente fiero da non esternare la sua convinzione di essere meritevole, prima che il Tricolore del 1970 planasse sull’erba dello Stadio “Amsicora”; che ha ispirato ammirazione semplicemente vivendo nell’unica maniera per lui degna e ammissibile; che da gigante ha saputo camminare in punta di piedi, e di tacchetti, in un mondo di nani, moralmente parlando.

Campione d'Europa con l'Italia nel 1968 e Vicecampione del Mondo a Messico '70; autore del gol del momentaneo 3-2, già nei tempi supplementari, in favore degli Azzurri nella leggendaria semifinale contro la Germania, terminata poi 4-3 per l'Italia.

Ha giocato con la Nazionale dal 1965 al 1974, patendo due gravi infortuni: a Roma contro il Portogallo in amichevole nel '67; a Vienna contro l'Austria nel '70, in una gara di qualificazione a Euro '72.

La prima presenza con l'Italia arriva il 27 giugno 1965: un Riva ventenne subentra a Pascutti a pochi minuti dall'inizio, in amichevole contro l'Ungheria; nel momento in cui varca la linea di gesso è già record, perché è il primo giocatore del Cagliari a scendere in campo con la Nazionale maggiore.

L'ultima volta nove anni dopo, al Neckarstadion di Stoccarda, il 19 giugno 1974, durante la Coppa del Mondo in Germania Ovest. Seconda gara del primo turno, contro l'Argentina. 1 - 1 il risultato finale.

Dalla prima all'ultima volta, col cambio del decennio in mezzo, erano cambiati l'Italia e gli italiani, in tanti aspetti tranne uno: il Paese restava orgoglioso di Gigi Riva.

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