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I momenti indimenticabili dei bianconeri nelle loro trasferte "british"
Giocare in Inghilterra è di per sé sinonimo di epica, vincerci poi ancora di più, visto che non è per nulla facile: da oltre mezzo secolo la Juventus viaggia per l'Europa, ma certe partite lassù in Terra d'Albione sono state più memorabili di altre. Ne abbiamo scelte cinque particolarmente indimenticabili alla vigilia della sfida contro l'Aston Villa in Champions League.
Si comincia subito con una partita tostissima, la semifinale di Coppa dei Campioni del 1973. All'andata 3-1 per la Juventus, al ritorno il Derby vuole mettere da subito le cose in chiaro e martella; è la squadra di Brian Clough, quello del "Maledetto United", riferito però al Leeds, che non fa nulla per nascondere il suo odio sportivo nei confronti della Signora e in generale per gli italiani, accusati di essere dei codardi per via della Seconda Guerra Mondiale. C'è spazio anche per una polemica arbitrale, l'arbitro Schulenburg (tedesco) all'andata visto confabulare con il giocatore (tedesco) della Juve, Haller, e due ammonizioni all'andata per i diffidati McFarland e Gemill, costretti a saltare il ritorno. In tutto questo caos ambientale i bianconeri riescono a tenere lo 0-0 e a guadagnarsi la finale, poi persa contro l'Ajax.
Per 14 volte la Juventus ha giocato contro il Manchester United, nettamente la squadra inglese con più scontri diretti con i bianconeri. E la prima vittoria a Old Trafford non si scorda mai, anche se arriva "solo" con un calcio di rigore. La firma è di Alessandro Del Piero, ma quella è la Juventus schiacciasassi di Marcello Lippi, che perderà una sola partita nell'edizione della Champions League 1996-97: paradossalmente, la finale contro il Borussia Dortmund. In compenso la Signora nella fase a gironi e in seguito tra quarti di finale e semifinale concederà appena 4 gol. Il Manchester United di Cantona, Giggs, Beckham e compagnia rimane a secco sia in casa che a Torino.
Una sconfitta nelle partite epiche della Juventus in Inghilterra? Sì, se succede comunque qualcosa di storico. Un anno dopo il "sacco" di Old Trafford non passa neanche un minuto e Alessandro Del Piero ha già segnato: filtrante di Dimas da sinistra, Alex in area con una piroetta manda al bar tutta la difesa dei Red Devils e segna lo 0-1, che verrà ribaltato da Sheringham, Scholes e Giggs, prima del 3-2 definitivo con una perla di Zidane su punizione. La rete di Del Piero, però, dopo 20 secondi e 12 centesimi, rimane ad oggi quella più veloce mai segnata dalla Juventus in Europa. Sconfitta tutto sommato abbastanza ininfluente quella visto che la Juventus arriverà di nuovo in finale di Champions League, pur perdendola con il Real Madrid.
Si potrebbe dire che non era il Manchester City di Guardiola, lo schiacciasassi delle ultime stagioni capace di issarsi in cima all'Europa. Certo, il City dell'epoca non era nemmeno un gruppo di scappati di casa, anzi: con Pellegrini in panchina sarebbe arrivato il titolo in Premier League. Un po' meno bene invece in Champions League, contro una Juve capace di rimontare il Manchester City andato in vantaggio con una sfortunata autorete di Chiellini sugli sviluppi di un corner di David Silva. La ripresa è rabbiosa, la carica la suona l'uomo di coppa, il leader silenzioso dei bianconeri: Mario Mandzukic. Suo il pareggio a venti minuti dalla fine ma non basta, perché Morata con un tiro velenoso da fuori area trova addirittura il sorpasso.
Questa sì che è epica, in un ambiente poi che è la quintessenza dell'epica come lo Stadio di Wembley: è quella la casa del Tottenham per la Champions League nell'edizione 2017-18 e agli ottavi di finale la Juventus deve vincere a Londra oppure pareggiare segnando almeno due gol visto che l'andata si è conclusa 2-2. E quando il Tottenham va in vantaggio con Son le cose sembrano mettersi ancora peggio, prima di un uno-due degno di pugile firmato da Higuain e Dybala, la coppia di attaccanti argentina al massimo del loro splendore in bianconero, chissà. Vittoria e passaggio del turno, gli 85mila di Wembley sono ammutoliti.
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