Addio Rino Tommasi, Maestro e mito

Addio Rino Tommasi, Maestro e mito

Un ricordo del leggendario giornalista sportivo scomparso a 90 anni, che ha segnato intere generazioni parlando di tennis e boxe

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Ora il "Dottor Divago" Gianni Clerici potrà finalmente tornare alle sue telecronache di tennis con "ComputeRino", Rino Tommasi. A 90 anni se n'è andato un giornalista che ha fatto scuola, inimitabile cantore di uno sport che fu e di un modo di raccontare lo sport come nessun altro.

Rino Tommasi, appunto, che per intere generazioni ha rappresentato innanzitutto una voce riconoscibile, un sinonimo di competenza assoluta e un modello per chi sognava di fare il giornalista da grande. Da tempo non si avevano sue notizie, eppure il vuoto che lascerà è immenso.

 

Rino Tommasi, il gergo del cronista

"Personalissimo cartellino", "Circoletto rosso", "La veronica", il punteggio "pesante" (un doppio break a favore di un tennista), "il dritto anomalo"; in generale la capacità di ricordare un dato, un aneddoto, un momento di storia dello sport come se avesse un'enciclopedia aperta davanti.

Rino Tommasi sapeva tutto, ma non ne faceva un vanto fine a se stesso. Un punto decisivo di una partita di tennis di vent'anni prima, in quale round un pugile aveva messo ko un avversario per una sfida del titolo mondiale, il dettaglio che oggi vai a trovare solo su Wikipedia ma che il grande giornalista veronese aveva sempre a portata di mano.

Personalissimo cartellino, nella boxe, con Rino Tommasi a ergersi (virtualmente) come giudice aggiuntivo rispetto ai tre ufficiali assegnando una ripresa a questo o a quell'altro pugile; il circoletto rosso nel tennis, un punto particolarmente bello e spettacolare, magari ottenuto con una veronica, termine preso dalle corride, una volée alta di rovescio dando le spalle alla rete, oppure con un dritto anomalo, cioè da sinistra verso destra. Capacità di sintesi e immaginazione al potere, cosa desiderare di più? 

Del resto la competenza del tennis gli arrivava dall'aver giocato anche a discreto livello (4 volte campione italiano universitario) e della boxe dall'essere stato uno dei primi organizzatori di eventi già negli anni Cinquanta-Sessanta, giovanissimo.

 

A capo del "Dream Team"

E poi quella squadra impareggiabile di commentatori di tennis. Molti oggi ricordando Rino Tommasi si sono detti: "Peccato non abbia potuto commentare questo ultimo periodo particolarmente florido per l'Italia". Lui in realtà ha accompagnato i telespettatori per oltre un quarto di secolo, prima da Telecapodistria poi dalle reti Fininvest/Mediaset e infine per Telepiù e Sky Sport.

Assieme a Gianni Clerici ha formato probabilmente la miglior coppia di commentatori sportivi nella storia della televisione italiana. Perfetti perché si combinavano in maniera ideale; Tommasi con i suoi riferimenti tecnico-statistici, Clerici con tocchi che potremmo definire "di colore", sempre all'insegna della leggerezza.

Con loro un vero dream team di commentatori della racchetta, da Ubaldo Scanagatta a Roberto Lombardi fino a una giovane Elena Pero. Tutti svezzati da Rino Tommasi, che nella sua lunga carriera ha lavorato anche per "La Gazzetta dello Sport" come columnist, si potrebbe dire, come opinionista.

Ogni tanto ce li andiamo a rivedere, quegli incontri di tennis o di pugilato con il commento del grande giornalista veronese. E anche se sappiamo già il risultato non importa, certe chicche, certi duetti con Gianni Clerici o la passione con cui ci fa vivere i match di pugilato come se fossimo a bordo ring (Hagler - Mugabe del 1986 forse il top per noi) sono assolutamente impareggiabili.

"Un cervello essenzialmente matematico ma capace di digressioni etico-fantastiche. Io lo chiamo professore", diceva di Rino Tommasi uno come Gianni Brera. E noi non possiamo che accodarci, sul nostro personalissimo cartellino un autentico fuoriclasse. 

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