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Nato il 6 dicembre 1971, fu il primo tennista dei Paesi Bassi vincitore di uno Slam, l’inaspettato trionfo sull’erba londinese resta il più prestigioso della sua carriera
Nel 1996, l’edizione più fuori dagli schemi della storia recente di Wimbledon, si chiude con la prima finale interrotta da una streaker. È l’anno del trionfo del Corvo, alias Richard Krajicek, primo campione Slam olandese. Richard Peter Stanislav Krajicek, questo il suo nome completo, è figlio di immigrati cechi. Lontano cugino dell'attuale tennista USA Austin Krajicek, ha vinto 17 tornei di singolare in carriera. Campione nazionale under 12 e under 14, da piccolo ha completamente cambiato il rovescio, passando dall'impugnatura a due mani a quella classica. Allenato per tutta la carriera da junior da Rohan Goetzke, futuro direttore tecnico della Federtennis olandese, ha sviluppato un tennis potente, d'attacco. Un gioco perfetto per l'erba e le superfici veloci.
Wimbledon resta la sua impresa simbolo. Non dovrebbe essere nemmeno testa di serie, lo diventa solo per l'infortunio di Thomas Muster, l'austriaco ex numero 1 del mondo che l'ha sconfitto in finale a Roma. Krajicek evita la terza eliminazione consecutiva al primo turno. Il tabellone poi si apre perché, per la seconda volta nell’era Open, escono all’esordio quattro dei primi otto giocatori del mondo: Michael Chang, Jim Courier, Goran Ivanisevic e Andre Agassi. Krajicek cede un solo set in tutto il torneo, al terzo turno contro Brett Steven. Il successo sul campione di Wimbledon 1991, il tedesco Michael Stich, gli apre le porte di un quarto di finale deluxe contro Pete Sampras che ha trionfato nelle ultime tre edizioni. È un mercoledì grigio, la pioggia ferma più volte la partita. Alle 19.28 il gioco si ferma definitivamente e il 27enne Mark Hillaby conquista qualche secondo di celebrità nel modo più inatteso: scivola e sbatte la testa sul bordo in metallo del telone. Krajicek è avanti 7-5 7-6 1-1 e ha le idee chiare su cosa fare alla ripresa. “Avevo un piano di gioco semplice contro qualunque avversario. Contro Sampras si giocava tutto sul suo rovescio. Se gli lasciavi comandare lo scambio eri finito, ma se lo attaccavi da quel lato con insistenza, alla fine sarebbe crollato” ha detto alla BBC nel 2004. La strategia funziona. L'olandese infligge a Pistol Pete la prima sconfitta in carriera a Wimbledon, l'unica fino all'incontro con il suo erede Roger Federer nel 2001. In semifinale, domina l'australiano Jason Stoltenberg e conquista la prima finale Slam. Il traguardo gli era sfuggito allo US Open del 1992, quando si fermò negli ottavi contro Stefan Edberg, il giocatore che più gli piaceva guardare. “Persi al quinto set dopo quattro ore e mezza. Se l'avessi battuto, avrei potuto vincere anche il torneo” ha detto, ricordando un match che non lo ha fatto dormire per mesi. In finale, c’è l’altra grande sorpresa del torneo, il primo afroamericano a giocarsi il titolo a Wimbledon dai tempi di Arthur Ashe nel 1975: MaliVai Washington. Nessuno dei due sa dove guardare mentre una ragazza nuda attraversa in campo. “Ho visto quasi tutto di lei però mi dicevo: concentrati, guardala solo negli occhi, il mondo ti osserva” ha scherzato Krajicek. La finale non ha storia. Vince 6-3 6-4 6-3. Riscatta una carriera segnata anche da una tendinite a entrambe le ginocchia che gli ha fatto saltare tutto il 1994. È il trionfo che vale una vita, celebrato anche con un francobollo speciale delle Poste olandesi emesso nel 1999.
Krajicek, arrivato al massimo numero 4 del mondo, ha partecipato nel 1997 a un tributo per Nelson Mandela in Sudafrica e nel 1998 ha aperto un playground all'Aia dove i ragazzi potevano giocare a tennis e basket, lo sport del suo primo idolo sportivo, il campione NBA Magic Johnson. Nel 1999 ha sposato Daphne Deckers, che aveva recitato una parte nel film "Tomorrow Never Dies", da cui ha avuto due figli. Dal 2004 è direttore del torneo di Rotterdam, apprezzato ATP 500 di inizio stagione.
In una bella intervista a Scoop Malinowski per Tennis Prose, ha indicato i successi a cui si sente particolarmente legato. “La prima vittoria su Edberg nel 1990, le semifinali dell'Australian Open 1992, la vittoria ad Anversa di quell'anno – ha detto -. Allora ho battuto Jim Courier, Petr Korda e Mark Woodforde: è stato bello alzare il trofeo, la racchetta di diamanti che guardavo da bambino. E poi, quel torneo mi fece entrare in Top 10 e alle ATP World Championships (oggi Nitto ATP Finals, NdA) a Francoforte”. Ma quel trionfo a Wimbledon rimane il momento più alto della sua storia.
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