Sir Geoff Hurst, il gol fantasma nel destino

Sir Geoff Hurst, il gol fantasma nel destino

Nato l’8 dicembre 1941, l’attaccante del West Ham fu l’autore della contestata rete nella finale del Mondiale ’66 contro la Germania Ovest

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Nel dicembre 1941 il mondo è in guerra. Sono questi i giorni in cui il Giappone dichiara ufficialmente aperto il conflitto armato sulla Gran Bretagna. Charlie Hurst, che nella vita fa il centrocampista e milita nelle file del Bristol Rovers, è stato fortunato. Faceva parte delle migliaia di soldati scampati alla morte nel corso dell’Operazione Dynamo, il celebre piano di evacuazione navale di Dunkerque, città portuale francese dove circa 400mila uomini erano stati schiacciati dall’avanzata tedesca. Tornato quindi a casa, l’8 dicembre 1941 vede nascere il suo primogenito, Geoffrey Charles Hurst. Un bambino destinato a scrivere la storia. Proprio contro i tedeschi.

L’ascesa nel West Ham

Geoff Hurst cresce fin da piccolo con il pallone tra i piedi: disturba la quiete dei vicini calciandolo continuamente nel giardino accanto mentre apprende i consigli paterni. A 15 anni entra nell’Academy del West Ham e, come il padre, gioca a centrocampo. Coetaneo di Bobby Moore, diventa professionista nel 1958, siglando un contratto da 7 sterline a settimana più 20 alla firma. Le basi tecniche non mancano, ma fa molta fatica in fase difensiva. Arrivato alla soglia dei 20 pensa addirittura di abbandonare il calcio per dedicarsi alla disciplina che pratica in contemporanea, il cricket, quando nell’aprile del ’61 Ron Greenwood diventa l’allenatore della squadra. La sua storia, quella del West Ham e quella del calcio inglese stanno per cambiare. Hurst viene spostato sulla fascia e coinvolto nel blocco dei titolari; e infine piazzato definitivamente nel ruolo di centravanti a partire dalla stagione 1962-63. Sono 22 i gol segnati dal tandem composto con Johnny Byrne, 13 portano la firma di Geoff. Il nuovo idolo del Boleyn Ground beneficia dei fenomenali lanci di Bobby Moore: un’intesa essenziale e costante nel gioco di Greenwood. Il biennio successivo porterà Hurst nell’olimpo, malgrado il più forte attaccante inglese giochi a pochi chilometri da lui, in un’altra squadra londinese, il Tottenham. Gimmy Greaves – passato fugacemente anche al Milan – monopolizza la classifica marcatori della First Division, con 4 titoli personali già in tasca a soli 24 anni. Il 1963-64 di Geoff, però, è sensazionale. Alla doppia cifra bissata (14 reti), si aggiungono i 7 centri in altrettante gare di FA Cup, bottino fondamentale per la conquista del primo importante trofeo della storia del club. Un successo che consente di portare dalle parti di Upton Park anche l’edizione 1964-65 della Coppa delle Coppe, vinta nella finale secca giocata a Wembley contro il Monaco 1860. Intanto i Mondiali inglesi si avvicinano, Hurst continua a segnare e Alf Ramsey lo tiene d’occhio.

La chiamata di Alf Ramsey per i Mondiali

Il debutto in Nazionale avviene nel febbraio ’66, cinque mesi prima della Coppa del Mondo, contro una squadra a caso: incredibilmente proprio la Germania Ovest, a Wembley. Il bomber degli Hammers chiude il quarto campionato consecutivo in doppia cifra – toccando 23 centri – e rientra nella lista degli uomini scelti da Alf Ramsey per il Mondiale. La coppia d’attacco titolare è formata da Jimmy Greaves e dall’attaccante del Liverpool Roger Hunt. L’Inghilterra avanza con entusiasmo verso i quarti, ma nella terza gara del girone Greaves si fa male: con l’Argentina tocca a Hurst. Un suo bellissimo colpo di testa risolve la complicata sfida contro l’Albiceleste e per la semifinale viene confermato al fianco di Hunt. Il Portogallo di Eusebio è battuto da una doppietta di Bobby Charlton: l’Inghilterra vola in finale. L’appuntamento con la storia si avvicina, i media premono per un ritorno tra i titolari di Greaves. L’allenatore inglese, invece, conferma il reparto offensivo: in finale gioca ancora il numero 10.

La finale di Wembley e il gol fantasma alla Germania Ovest 

La leggendaria gara di Wembley viene stappata dal centrocampista del Bologna Hemut Haller, ma i ragazzi del West Ham confezionano subito il pari, con Hurst a schiacciare in rete il pallone crossato da Moore. L’Inghilterra domina il campo e passa meritatamente in vantaggio al 78esimo con Peters. I tedeschi, però, non muoiono mai e pareggiano con Weber all’ultimo minuto. Iniziano qui i tempi supplementari più controversi della storia del calcio. Al minuto 101 Hurst addomestica il cross di Ball e si gira in area: il suo destro è un missile che sbatte sulla parte bassa della traversa e scende velocemente sulla linea di porta. Senza tecnologia è impossibile stabilire se la palla sia dentro o fuori, fatto sta che gli inglesi chiedono con veemenza il gol, mentre i tedeschi protestano. La decisione spetta all’arbitro Dienst che, una volta confrontatosi con il guardalinee sovietico (Tofik Bachramov, che in guerra avaeva combattuto nell'Armata Rossa contro i tedeschi), decreta il vantaggio inglese. Geoff Hurst è l’autore del celebre “Wembley goal”, il gol fantasma per antonomasia. La ciliegina sulla torta della giornata perfetta a tempo scaduto, quando l’attaccante del West Ham batte per la quarta volta il portiere tedesco, diventando così il primo – e a oggi l’unico – ad aver mai segnato una tripletta in una finale di Coppa del Mondo.

Proseguirà la carriera ad altissimi livelli, segnando valanghe di gol per il West Ham e per l’Inghilterra. Nel ’72 lascerà Londra per approdare allo Stoke City e contestualmente giocherà la sua ultima partita in Nazionale. Nonostante le oltre 300 reti in carriera, l’immagine di Sir Geoff Hurst sarà perennemente associata a quel pallone sbattuto sulla linea.

 

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