Giovanni Loseto, l’anima del Bari

Giovanni Loseto, l’anima del Bari

Difensore vecchia maniera, soprannominato “Sceriffo”, vestì la divisa biancorossa dal 1982 al 1993 conquistando ben due promozioni e indossandone la fascia di capitano

16 febbraio 2023

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“Francobollare” gli avversari: questo il verbo che i cronisti di un tempo adoperavano per descrivere la marcatura serrata, più che energica, quasi sempre asfissiante che i difensori centrali di una volta adottavano per controllare - eufemismo - l’attaccante avversario di turno. Giovanni Loseto da Bari Vecchia è stato quel tipo di difensore, arcigno e irriducibile nella marcatura a uomo; per questo i tifosi biancorossi lo hanno amato durante gli undici anni in cui ha vestito la casacca dei Galletti, guadagnandosi anche il soprannome di “Sceriffo”, che non necessita di delucidazioni.

I Loseto, una dinastia di calciatori

Classe 1963, nato il 16 febbraio nel cuore della città, tra i suoi vicoli più caratteristici, Loseto fa parte di una specie di dinastia di calciatori: fratello di Onofrio e Pasquale Loseto, suo nipote Valeriano aveva poi raccolto il testimone degli zii.

Il primo Bari di Loseto

Dopo aver compiuto tutta la trafila nelle giovanili del club per il quale in famiglia si è sempre tifato, l’esordio con la prima squadra avviene in Serie B, contro la Cremonese, nel gennaio del 1983. Da quel momento in poi, una lunga storia che alla parabola calcistica ne abbina un’altra che potremmo definire identitaria: Loseto è il barese per antonomasia, testimone della tifoseria in quanto da essa proveniente, idolo autoctono per legame di sangue calcistico e per appartenenza, per i sostenitori de “La Bari”, come il club viene chiamato nella maniera storica, perché così lo chiamava l’austriaco Floriano Ludwig, che fu fra i fondatori della società nel 1908: “Sappiate amare la Bari. Sappiatela custodire e guardatela sempre da innamorati”.

Una vita in giallorosso per Giovanni Loseto

Da quell’esordio in poi, ha fatto parte di un Bari importante, Loseto, come calciatore e anche come leader in grado di spiegare che tipo di piazza e di ambiente dovevano aspettarsi quelli che di stagione in stagione diventavano suoi nuovi compagni di squadra, più o meno celebri che fossero.
Nella sua città ha disputato un campionato di Serie C1, sei di Serie B e quattro di Serie A, lasciando nella memoria della tifoseria anche gare a loro modo memorabili: in occasione della partita di Coppa Italia disputata contro il Napoli nell’agosto del 1988, decisiva fu la sua marcatura su Diego Maradona, per il successo prestigioso dei Galletti baresi per 2-0; nell’ottobre del 1985, in Serie A, segnò la sua rete più spettacolare, con una conclusione dalla lunga distanza, contro l’Inter (che poi vinse la partita), la cui porta era difesa da Walter Zenga.
Nell’ottobre del 1993 lascerà il Bari per concludere la carriera da professionista a Pescara, dove vivrà due stagioni nel campionato cadetto. Giocherà poi tra i dilettanti a Barletta, Cerignola e Conversano.

Loseto, la maglia del Bari cucita addosso

Al Bari ha lasciato in dote 318 presenze in campionato, bagnate da 13 realizzazioni; è stato fino al 2010 il recordman della storia barese per quanto riguarda il numero di “maglie” totalizzato in campionato; in questa graduatoria di appartenenza è stato scavalcato in quell’anno dal portiere belga, ma a quel punto barese d’adozione, Jean François Gillet. Nel luglio del 2016 la società ha disposto, per rendere onore alla vita calcistica trascorsa in biancorosso da Giovanni Loseto, che il suo tradizionale numero di maglia, il due, venisse ritirato dal club.

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