Silvano Martina, non solo un portiere

Silvano Martina, non solo un portiere

Nato a Sarajevo il 20 marzo 1953 da una famiglia di origine friulana, trascorse i migliori anni della carriera tra Genoa e Torino

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Nella memoria di molti Silvano Martina è legato al brutto infortunio che un suo (scomposto) intervento in uscita causò a Giancarlo Antognoni nel novembre 1981. Per molto tempo venne ricoperto da violenti epiteti e accuse ingiuste per i danni che aveva inferto al campione gigliato. Tuttavia, il portiere friulano che il grande Vladimiro Caminiti definì “dal volto di guanto sgualcito” merita di essere ricordato per altro.

22 novembre 1981, quando il cuore di Antognoni si fermò

Gli inizi di Martina tra Inter e Varese

A 19 anni Silvano era il terzo portiere dell’Inter dietro ad una coppia per niente male: Lido Vieri e Ivano Bordon. Il 6 maggio 1973 arrivò la prima grossa soddisfazione della carriera con l’esordio in A nella gara contro il Palermo, terminata 3-1 per i nerazzurri. Nel 1975-76 ebbe l’occasione di giocare con continuità passando al Varese dove si trovò in competizione per il ruolo di titolare con Carlo Della Corna. In effetti il vecchio Ciuffo partì con i galloni da numero uno ma un infortunio lo costrinse presto ai box. A quel punto subentrò Silvano che si rese protagonista di una splendida cavalcata che portò i biancorossi al quarto posto, a un solo punto dalla promozione diretta. In una recente intervista Martina parlando di quel periodo ricorda che: “…Riccardo Sogliano era pronto a cedermi al Sant'Angelo Lodigiano in cambio di un cavallo…”.  Dopo altri due esperienze non fortunate al Brescia e al Genoa - con il Varese nel frattempo retrocesso in C1 - mister Fascetti, nuovo allenatore dei lombardi, lo rivolle espressamente come primo tassello di una squadra che avrebbe dovuto vincere il campionato. Così fu: i biancorossi dominarono quel torneo e il numero 1 disputò con profitto tutti i match.

Le stagioni migliori al Genoa e al Torino

Nel frattempo, il Genoa aveva salutato Girardi e il nuovo allenatore Simoni aveva individuato in Martina il titolare su cui ricostruire una squadra competitiva. Nella trionfale stagione 1980-81 il guardiano dei pali giocò tutte e 38 le partite e i rossoblù tornarono nella massima serie. Finalmente per Silvano era arrivato il momento di competere in A, da titolare assoluto. Le sue prodezze contribuirono a conquistare un’insperata salvezza che il Grifone acciuffò all’ultima giornata, grazie ad un rocambolesco 2-2 con il Napoli. La stagione successiva vide gli uomini di Simoni veleggiare addirittura in zona Uefa per metà torneo; le sue parate furono talmente incredibili che i tifosi della curva lo soprannominarono “Il portiere dei sogni”. Nemmeno lui, però, fu in grado di salvare il Grifone la stagione successiva. A seguito di quella retrocessione, Martina e il Genoa si dissero addio, dopo la bellezza di 125 incontri di campionato impreziosite da molte prestazioni super. Il Torino quindi non si lasciò sfuggire la ghiotta opportunità e lo ingaggiò in sostituzione di Giuliano Terraneo. La squadra disputò un torneo straordinario in cui solo l’incredibile e stellare Verona di Bagnoli si frappose ai granata per la conquista del Tricolore. Purtroppo, la storia tra Martina e il Torino, che avrebbe potuto – viste le premesse iniziali – essere meravigliosa, si interruppe dopo sole 9 partite della stagione 1985-86: un brutto infortunio lo costrinse a stare fuori per tutto il campionato ed il suo posto venne rilevato da Renato Copparoni

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Fine carriera alla Lazio

La fortuna volle che una vecchia conoscenza come Eugenio Fascetti, che guidava la Lazio in Serie B, fosse alla ricerca di un nuovo numero uno che individuò, appunto, in Martina. L’estremo difensore friulano, appena arrivato nella Capitale, rilasciò queste dichiarazioni: “Adesso con la Lazio sono l’uomo più felice del mondo. Credevo di aver chiuso con il calcio: i problemi sono nati dopo la rottura con il Torino. Storie di interessi, soldi, bugie. Ero nauseato". Martina, ritrovando l’entusiasmo, tornò ai fasti degli anni di Genova e del secondo posto torinese; nel frattempo, non contento di essere tornato grande protagonista tra i pali, inaugurò sul quotidiano Il Tempo la sua rubrica, intitolata “Il diario di Martina” in cui, settimanalmente, raccontava le gare di campionato della Lazio, a modo suo. Chiuse la carriera da titolare nell’annata 1988-89, passando poi da riserva le ultime due stagioni a Torino e Verona. Il nostro protagonista non ha avuto una carriera facile, molte volte si è trovato a lottare con cose più grandi di lui, ma ha sempre dimostrato di credere nei sogni, anche quelli più difficili…non a caso è stato soprannominato “il portiere dei sogni” pur avendo “il volto di un guanto sgualcito”.

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