Christian Vieri, è sempre Bobo show

Christian Vieri, è sempre Bobo show

L'attaccante nato "casualmente" a Bologna, per via di suo papà che giocava lì, è stato uno dei centravanti più forti del pianeta a cavallo dei due millenni. Per sei stagioni all'Inter, in Nazionale ha segnato 9 gol in due Mondiali

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Anche gli eterni ragazzi compiono cinquant'anni. E nessuno è più eterno ragazzo di Christian Vieri, per tutti Bobo, uno dei più grandi attaccanti nella storia del calcio italiano, uno che ha fatto veramente epoca.

Vieri, figlio d'arte

Christian Vieri è figlio di Roberto, detto Bob, giocatore giramondo degli anni Sessanta-Settanta. Nasce a Bologna, ma solo perché il papà è lì che sta vestendo il rossoblù: per il resto la famiglia è di Prato. Vieri senior è un fantasista brevilineo e fantasioso: fuma un pacchetto e mezzo di sigarette al giorno, ha i capelli lunghi e la barba, se è in forma fa letteralmente ciò che vuole. Come spesso succede, però, non sembra va così anche se Bob oltre al Bologna è stato alla Fiorentina, alla Sampdoria e alla Juventus.
Nel suo piccolo Vieri senior ha fatto la storia, perché è stato uno dei primissimi calciatori italiani che sono emigrati all'estero per giocare. Nel 1977 gli offrono un contratto per disputare otto partite con i Marconi Stallions di Sydney, che oltre ad avere 8mila soci si finanziava con le slot machine. Bob prende la moglie e soprattutto i figli Christian e Max: "Ventiquattro ore di volo, Madonna bona! Ma quando arrivammo lì trovammo un paese stupendo", ricorderà anni dopo in un'intervista. Rimarrà per un sacco di tempo, con la famiglia. Christian fino a 14 anni gioca a cricket, rugby e basket: di calcio, manco a parlarne. Poi inizia quasi per divertimento anche lui col Marconi e un giorno dice a suo papà che vuole tornare in Italia. A fare cosa? Il calciatore. Bob accetta, un po' stranito, e Christian finisce a Prato dove lo sgrezzano un po'. Nel 1990, però, la chiamata del Torino, dove allena un vecchio amico di Bob come Emiliano Mondonico. Proprio in granata Bobo, un carro armato che sbuffa e lotta, fa a sportellate coi difensori come faceva Chinaglia (anche lui emigrato, ma in Galles). Il debutto in A il 15 dicembre 1991: Torino-Fiorentina, entra al 90' al posto di Walter Junior Casagrande. Il primo gol il 9 maggio 1992, nel 4-0 al Genoa.

Vieri bomber d'Italia

Da lì in avanti Christian cambia una squadra all'anno, fino al 1999. Il crescendo è fortissimo: Pisa, Ravenna, Venezia, Atalanta, Juventus, Atletico Madrid, Lazio, Inter. Dalla B al vertice d'Europa, aumentando il suo prezzo e soprattutto il suo ingaggio. Con l'Atalanta la prima stagione in A completa, sette gol nel 1995-96; da lì il balzo alla Juventus, per 7,3 miliardi di lire. Una squadra fortissima, quella bianconera, che vince lo scudetto, l'Intercontinentale, la Supercoppa Europea e sfiora la Champions League, perdendo a sorpresa contro il Borussia Dortmund. Ma Vieri sembra una colonna su cui fondare la Juve del futuro, fino a quando non piomba l'Atletico Madrid, che per ben 34 miliardi lo porta nella capitale spagnola. Quando si parla di Bobo macchina da gol è riduttivo, perché all'Atletico segna letteralmente una rete a partita, il tassametro dice 24 in campionato più altre gemme in Coppa Uefa del tutto senza senso come quella contro il Paok Salonicco, un sinistro a giro dalla linea di fondo quasi senza guardare. Fa scalpore anche il passaggio alla Lazio, dove vince la Coppa delle Coppe piazzando un gran gol in finale al Maiorca, ma soprattutto quello all'Inter nell'estate del 1999: per lui i nerazzurri sborsano 90 miliardi di lire, record assoluto per l'epoca, incluso il cartellino di Simeone. Va a formare una coppia all'apparenza "illegale" con Ronaldo, ma per via degli infortuni del brasiliano i due giocheranno assieme pochissimo. Nel pieno della maturità agonistica, comunque, Vieri è uno dei migliori attaccanti del mondo (debutta con l'Inter segnando una tripletta al Verona), uomo-copertina di videogiochi ma anche per le sue storie sentimentali extra-calcistiche come quella con la velina Elisabetta Canalis. In sei stagioni nerazzurre segna 123 gol in 190 presenze, anche lui come Ronaldo spesso limitato dagli infortuni. Titoli, pochini, ma non certamente per colpa sua. Nel frattempo è diventato anche il punto di riferimento della Nazionale, con cui realizza 9 reti in altrettante partite in due edizioni del Mondiale, diventando l'azzurro più prolifico nella storia della coppa assieme a Paolo Rossi e Roberto Baggio. L'impatto è fulminante, all'esordio a Francia '98 segna al Cile, al Camerun (doppietta), all'Austria e alla Norvegia; l'Italia si ferma ai quarti, ma Vieri è devastante. Quattro anni dopo in Corea del Sud e Giappone buca l'Ecuador (due volte), la Croazia e i padroni di casa sudcoreani nella maledetta partita poi persa 2-1 agli ottavi di finale. Amarezze, insomma, a cui si aggiungerà un ultimo troncone di carriera un po' anonimo. Dopo l'Inter passa un semestre al Milan, poi va al Monaco, all'Atalanta e alla Fiorentina. Oggi Vieri è il "volto" del suo canale tv online, la "BoboTv", dove gioca a fare l'opinionista con Nicola Ventola, Antonio Cassano e Daniele Adani. Cinquant'anni molto ben portati, lui che ha sempre dato l'impressione di essere un eterno giovane, scanzonato e divertito.

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