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Fu un giocatore iconico della formazione rivelazione dei primi anni Ottanta e bicampione di Spagna. Segnò due gol all’Inter in Coppa Uefa nel 1979
Jesus Maria Satrustegui è il massimo realizzatore di ogni epoca della Real Sociedad, unico club della sua vita e della sua carriera: tredici stagioni con 162 gol segnati. Record difficile da battere visto che tra i giocatori in attività quello che gli va più vicino è Oyarzabal, a quota 81: anche se è ancora molto giovane, ne ha di strada da percorrere, l’attuale numero 10 dei baschi. Satrustegui era un attaccante che non aveva paura di niente, specie se c’era da colpire di testa: capelli lunghi, baffoni di un’altra epoca, con la Real Sociedad ha vinto due volte la Liga, nel 1981 e nel 1982, e la Supercoppa sempre nel 1982, nell’era d’oro del club di San Sebastian, quando schierava ancora tutti giocatori baschi. Al suo attivo pure una lunga militanza con la nazionale spagnola, compreso un Mondiale, quello del 1982, e l’Europeo del 1980. Gli abbiamo chiesto un parere sulla sfida tra la “sua” Real e la Roma, lui che nella Coppa Uefa 1979-80 segnò due gol all’Inter nella sfida di primo turno, nel 2-0 del ritorno che non servì a ribaltare il 3-0 di San Siro.
Satrustegui, cosa si ricorda di quel doppio confronto?
"Che probabilmente disputammo l’andata in maniera troppo leggera, errore gravissimo contro le squadre italiane. Detto che quell’Inter poi avrebbe vinto il campionato italiano, fu molto brava nel sorprenderci, di fatto ipotecando la qualificazione al secondo turno".
Lei segnò una doppietta al ritorno, cosa vi mancò per portare la sfida ai supplementari?
"Dettagli, forse, oltre che un rigore chiarissimo non fischiato nel finale al mio compagno di reparto Lopez Ufarte. Comunque fu molto utile per noi quella vittoria, perché ci fece rendere conto della nostra forza e ci diede quell’autostima necessaria a raggiungere i futuri traguardi".
Era difficile giocare contro i difensori italiani dell’epoca?
"Noi nella Liga avevamo degli elementi che davano del gran filo da torcere, come Goyo Benito o Migueli. Però sì, anche i vostri non erano male, erano bravissimi nell’arrivare a un punto in cui si faticava a distinguere l’intervento duro dal fallo. Anche in nazionale, ricordo bene lo 0-0 dell’Europeo del 1980".
Cosa pensa di Roma-Real Sociedad?
"Dei giallorossi ho visto appena qualche partita. Mi è sembrata una formazione abbastanza irregolare ma, come detto, contro le squadre italiane non puoi giocarci 'a cuor leggero'. E poi hanno Mourinho in panchina, non lo scopriamo certo oggi. Ha avuto qualche inciampo, qualche contrattempo, però intanto è lì e l’anno scorso ha portato a casa la Conference League".
E come vede la “sua” Real Sociedad?
"È una squadra molto giovane che non è in un grandissimo momento di forma, soprattutto perché fatica a segnare. Deve confidare nelle sue qualità individuali, che comunque sono evidenti".
Dove possono soffrire i baschi?
"Nella mancanza di esperienza, appunto. Ricordo l’edizione dell’Europa League del 2020-21, la partita che giocarono contro il Manchester United a Torino. Non dico che sottovalutarono l’avversario, però furono un po’ ingenui e beccarono tutti e quattro i gol praticamente in contropiede, finendo eliminati già all’andata. In generale però vedo una sfida molto equilibrata, forse con la Real leggermente avvantaggiata, ma davvero di poco".
Qualche giocatore decisivo dal punto di vista della Real Sociedad?
"Sicuramente David Silva, un giocatore di grande caratura internazionale, è l’uomo con più esperienza. Di recente ha avuto qualche problema fisico di troppo ma come mentalità è indispensabile per i suoi".
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