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Nato nel lontano Mozambico e cresciuto in miseria, è universalmente riconosciuto come uno dei calciatori più forti di sempre
Lourenço Marques, Mozambico, anni ’50. Nella capitale della colonia portoghese, indipendente dal 1975 e conosciuta oggi col nome di Maputo, sciami di ragazzini rincorrono un pallone fatto di stracci tra la polvere. Vivono una vita misera, ai limiti dell’indigenza, ma correre, calciare saltare e rotolare a terra non gli fa sentire né fame né fatica, almeno per qualche ora. Tra quei ragazzini, in quell’angolo sperduto di mondo, ce n’è uno che contribuirà a scrivere la storia del football, incidendo per sempre il suo nome insieme a quello dei più grandi. Stiamo parlando di Eusebio Da Silva Ferreira, conosciuto semplicemente come Eusebio.
Attaccante dotato di una potenza e una velocità fuori dal comune, è universalmente conosciuto come uno dei calciatori più forti di tutti i tempi. Vera e propria icona del calcio portoghese, tanto da essere stato tumulato nel 2015, un anno dopo la sua morte, nel Pantheon nazionale, è stato il primo calciatore lusitano ad essere insignito del Pallone d’Oro nel 1965.
Che quel ragazzino sia troppo bravo per continuare a giocare in mezzo a fango e polvere è evidente, e se ne accorgono anche quelli dello Sporting Lourenço Marques, formazione locale fa tutta la trafila nelle giovanili ed esordisce anche in prima squadra. Nel 1960 il Benfica riesce a farlo trasferire in Portogallo al termine di un duello di mercato con i rivali dello Sporting. La storia legata al suo trasferimento sembra raggiungere vette da film di spionaggio, con il Benfica che lo tiene in una località segreta e con un nome fittizio per diversi giorni appena arrivato in Portogallo, temendo un possibile rapimento da parte dei rivali dello Sporting. In ogni caso, Eusebio legherà il suo nome indissolubilmente agli Encarnados, rimanendoci per 15 stagioni e diventandone il simbolo oltre che il miglior marcatore di sempre. Con il Benfica vince praticamente tutto, compresa una Coppa dei Campioni nel 1962. Vera e propria leggenda del football, è stato l’idolo di generazioni di calciatori, portoghesi e non, rispecchiando il prototipo di centravanti moderno. In un calcio molto distante da quello di oggi, Eusebio era un attaccante unico nel suo genere, che riusciva ad unire velocità, tecnica e potenza fisica in un mix davvero letale per le difese avversarie.
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