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F1 Grand Prix of Bahrain

BAHRAIN, BAHRAIN - MARCH 02: Race winner Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing, Second placed Sergio Perez of Mexico and Oracle Red Bull Racing, Third placed Carlos Sainz of Spain and Ferrari and Tom Hart, Performance Engineer at Oracle Red Bull Racing pose for a photo on the podium during the F1 Grand Prix of Bahrain at Bahrain International Circuit on March 02, 2024 in Bahrain, Bahrain. (Photo by Clive Rose/Getty Images)© Getty Images

F1 Bahrain: doppietta Red Bull, Sainz terzo

Max Verstappen su Red Bull domina il Gp del Bahrain davanti al compagno di squadra Sergio Perez e alla Ferrari del pilota spagnolo (terzo). Quarto Leclerc (problema ai freni) davanti alla Mercedes di Russell (quinto)

3 marzo 2024

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La gara degli altri

Su una pista dove in passato aveva sofferto non poco e che non si sposa con le caratteristiche tecniche della MCL38, la McLaren porta a casa un buon sesto posto con il sopra raffigurato Lando Norris (a sandwich tra le Mercedes di George Russell (quinto) e Lewis Hamilton (settimo)) e un ottavo posto con Oscar Piastri. Intervistato al termine della gara, Norris ha dichiarato che al momento è difficile in casa McLaren capire a che livello si trovi la squadra. Per ora secondo il giovane talento inglese il team di Woking sembra essere molto vicino alla Mercedes, ma l’importante è non accontentarsi di ciò.

Al nono e decimo posto troviamo le Aston Martin rispettivamente di Fernando Alonso (sopra raffigurato) e di Lance Stroll, con il campione asturiano autore di una corsa regolare che ha però evidenziato come la AMR24 al momento sia meno performante sul passo gara rispetto all’AMR23 con cui lo stesso Alonso lo scorso anno era riuscito a conquistare sempre sul circuito del Sakhir un preziosissimo podio, chiudendo in terza posizione. Positiva la gara di Stroll: tamponato al via dalla Haas di Nico Hulkenberg (a sua volta tamponato dalla Sauber di Valtteri Bottas), il pilota canadese ha dato vita a una rimonta che lo ha portato in zona punti.

Fuori dalla top 10 troviamo la Sauber di Guanyu Zhou (autore di una gara regolare) in undicesima posizione, che ha preceduto la Haas di Kevin Magnussen (dodicesimo) e le Racing Bulls di Daniel Ricciardo (tredicesimo) e di Yuki Tsunoda (quattordicesimo), con i piloti dello junior team Red Bull protagonisti di un post gara piuttosto incandescente. Se in qualifica il team di Faenza è stato eliminato in Q2 con entrambe le monoposto, in gara sia Tsunoda che Ricciardo non si sono mai seriamente avvicinati alla zona punti. Negli ultimi giri, poi, i due piloti montavano delle gomme differenti: se Tsunoda(in quel frangente tredicesimo) era in pista con un set di gomme dure, Ricciardo (quattordicesimo) montava per il finale di gara un set di gomme morbide. Ebbene, con l’obiettivo di attaccare la Haas di Magnussen (dodicesimo), Ricciardo ha chiesto a cinque giri dal termine alla squadra di poter scambiare la propria posizione con quella di Tsunoda. Richiesta che il team ha accettato, provocando la reazione stizzita del pilota giapponese.

Nel corso dell’ultimo giro, però, Ricciardo non solo non è riuscito a superare Magnussen, ma non ha restituito la posizione a Tsunoda (cosa che sarebbe dovuta avvenire in questo genere di casi). Il pilota giapponese non ha mancato di reagire nel corso del giro di rientro a gara finita buttandosi all’interno di Ricciardo in curva 8 andando così a superarlo, salvo poi frenare di scatto dinanzi a lui, e poi affiancarlo.

Una reazione assolutamente discutibile (nonostante Tsunoda potesse aver ragione sulla delusione relativa alla mancata restituzione della posizione da parte di Ricciardo, una volta assodata l’impossibilità di superare Magnussen) che avrebbe potuto addirittura portare a un contatto tra le due monoposto assolutamente evitabile.

Una considerazione, infine, sull’ordine d’arrivo: per la prima volta nei 75 anni di storia della F1 la gara inaugurale della stagione vede tutti e venti i piloti partecipanti concludere regolarmente la gara, senza alcun ritiro. Un record, questo, che dimostra l’evidente passo in avanti fatto dalle squadre sotto il profilo dell’affidabilità.

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