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Ricordando Ayrton Senna

Ricordando Ayrton Senna

A trent’anni dalla sua scomparsa ricordiamo non solo il tre volte campione del mondo di Formula 1, ma anche l’uomo Ayrton, che di nascosto non esitò a devolvere parte dei suoi guadagni per dare anche ai ragazzi più poveri le stesse opportunità

Ayrton Senna: l’uomo oltre la pista

Un uomo capace di fare del bene in assoluto silenzio, e con l’obiettivo di abbattere le disuguaglianze sociali presenti nel suo Paese, che non sempre purtroppo consentono a bambini o a ragazzi di avere le stesse identiche opportunità. Se in pista abbiamo imparato ad apprezzare l’Ayrton Senna tre volte campione del mondo, un cenno lo merita senza il benchè minimo dubbio l’uomo Ayrton Senna.

Già nel corso della sua carriera il campione brasiliano era stato protagonista di un bellissimo gesto in pista, salvando la vita Venerdì 28 Agosto 1992 nel corso della FP1 del Gp del Belgio al pilota francese della Ligier, Erik Comas, che, nel corso di un giro lanciato, aveva finito con il perdere il controllo della sua monoposto, andata a sbattere piuttosto violentemente contro le barriere poco prima di curva 16 all'altezza del Blanchimont per poi finire in mezzo alla pista, con il pilota svenuto con una posizione della testa innaturale, e con il motore della monoposto rimasto acceso.

Senna alle sue spalle capisce subito che qualcosa non va, e così non esita un solo secondo a fermare la sua McLaren, e, anche a rischio di essere investito dalle altre monoposto in pista, a dirigersi verso la monoposto di Comas, spegnere il motore e mettere la testa del pilota francese della Ligier in una posizione più corretta, grazie anche all'aiuto dei commissari, giunti poco dopo sul posto, salvando così la vita al pilota francese, che al termine della stagione lascerà la Ligier per approdare nel team Larousse, con cui disputerà sia il Mondiale 1993, sia quello 1994.

Al momento del drammatico incidente a Imola costato la vita a Senna, Comas è fermo ai box dove si era fermato in precedenza per riparare l’alettone posteriore, danneggiato da una toccata.
Una volta ottenuto il via libera dai box, Comas torna in pista, senza sapere che nel frattempo la Direzione Gara aveva esposto la bandiera rossa, arrivando così a tutta velocità all'altezza del Tamburello, e grazie a una buona prontezza di riflessi riesce a frenare evitando così di investire i commissari.
Una volta però vista la Williams, Comas cerca di capire cosa è successo parlando con i soccorritori, e scende subito dalla monoposto non appena scorge il casco dell'amico Ayrton. Il pilota francese si dirige verso la Williams del pilota brasiliano, vede Senna, e non appena osserva le condizioni del casco del pilota brasiliano rimane profondamente turbato, scosso per la sorte di Ayrton (vorrebbe fare di più per poter aiutare il pilota brasiliano che due anni prima gli aveva salvato la vita, ma purtroppo non può fare nulla), e lascia il circuito di Imola ritirandosi dalla gara. Quasi come avesse avuto un presagio di quello che di lì a qualche ora sarebbe stato purtroppo chiaro a tutti.

Una volta appresa la notizia della scomparsa di Ayrton, Comas vorrebbe abbandonare seduta stante il mondo della Formula 1, ma il patron della sua scuderia, Gerrard Larousse, lo convincerà con non poca fatica a concludere almeno la stagione (o quanto meno ad arrivare fino al penultimo Gp a Suzuka prima di lasciare la monoposto allo svizzero Jean Denis Delatraz per l'ultima gara della stagione 1994 ad Adelaide). Resterà però per sempre nel cuore di Comas quel forte senso di riconoscenza nei confronti del campione brasiliano che gli aveva salvato la vita.

Al di fuori della pista, però, è stato possibile scoprire la grandezza dell’uomo dell’uomo Ayrton: solamente dopo la sua scomparsa sarà la sorella Vivianne a raccontare che il campione brasiliano non esitava a dare in beneficenza parte dei suoi guadagni nella massima segretezza perchè era giusto che tutti dai più ricchi ai più poveri potessero avere le stesse possibilità. Da qui la decisione della sorella Vivianne di creare una Fondazione a suo nome (l'Ayrton Senna Foundation) pochi mesi dopo la sua scomparsa per dare ai ragazzi più poveri la possibilità di poter studiare e sviluppare il proprio talento. Un impegno portato avanti ancora oggi, nel nome di un campione non solo di sport, ma anche e sopratutto di vita. Un campione chiamato Ayrton Senna.

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