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Dossier: la Formula 1 e le monoposto 2026© Fia

Dossier: la Formula 1 e le monoposto 2026

In occasione del weekend di Montreal la FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile) ha presentato la bozza del Regolamento valida per le monoposto 2026, destinata a subire ulteriori modifiche nei prossimi mesi

Le critiche delle squadre

Se la FIA è convinta che con il nuovo Regolamento sarà possibile avere gare con monoposto più ravvicinate e di conseguenza maggiore spettacolo in pista, di tutt’altro parere sono sembrate essere le squadre, le quali, una volta analizzata la bozza del Regolamento, non hanno esitato a presentare le proprie critiche sin dalla prima riunione con la Federazione svoltasi nel weekend di Montreal.
A finire sul banco degli imputati innanzitutto è stata la possibilità di avere una eccessiva velocità di punta in rettilineo a scapito della velocità in curva, così come la carenza di carico aerodinamico rispetto alle monoposto attuali e di conseguenza le possibili prestazioni cronometriche, che vedrebbero secondo alcune simulazioni le monoposto 2026 correre su dei tempi simili a quelli attualmente realizzati dalle monoposto di Formula 2.

Se è vero che il nuovo Regolamento prevede il triplicare della potenza ibrida (che passa da 120 a 350 KW) è altrettanto vero, però, che questo aumento della potenza del motore elettrico passa attraverso la riduzione del peso e del carico aerodinamico, necessari per abbattere quei consumi che l’alimentazione di un simile motore andrebbe a richiedere. Il problema, però, a detta delle squadre è che così facendo il rischio maggiore è quello di avere nel 2026 monoposto molto più veloci di ora in rettilineo (e di conseguenza più pericolose) a scapito della velocità in curva (dove le monoposto 2026 sarebbero molto più lente di quelle attuali). Un allarme, quello lanciato dalle squadre (e in particolare dalla McLaren, con il Team Principal Andrea Stella che suggerisce di ribilanciare questa situazione), che la Federazione attraverso il Direttore tecnico per le monoposto Jan Monchaux ha assicurato verrà ascoltato, valutando ad esempio la possibilità di cambiare le mappature fissate per l’erogazione della potenza elettrica del motore in base alle caratteristiche del circuito. Così come per quanto la riguarda l’aerodinamica attiva, la stessa Federazione ha tenuto a precisare che la sua intenzione sarebbe quella in base alle caratteristiche dei circuiti di variare l’ampiezza dell’apertura di ala anteriore e posteriore, fissando una durata per la sua attivazione e andando a ricalcare quanto attualmente avviene per il DRS, non escludendo la possibilità di porre dei limiti al suo utilizzo sui circuiti cittadini quali Baku o Las Vegas, dove abbiamo dei rettilinei particolarmente lunghi e in cui già oggi i piloti sono soliti raggiungere delle velocità piuttosto elevate.

In merito poi al rallentamento dei tempi cronometrici che renderebbero le Formula 1 simili prestazionalmente parlando alle attuali Formula 2, Monchaux non esclude nei prossimi mesi (una volta che le squadre avranno portato avanti le loro simulazioni e raffinato la conoscenza del nuovo Regolamento) di poter aumentare il carico aerodinamico presente sulle monoposto 2026, anche di un paio di punti percentuali. Anche lavorando sul fondo sarebbe ad esempio possibile aumentare il carico aerodinamico di almeno 10-30 punti (con un potenziale aumento di circa il 10% rispetto alla bozza regolamentare attuale), ma secondo Monchaux questo non risolverebbe il problema relativo alla eccessiva lentezza in curva delle nuove monoposto, con il Direttore Tecnico FIA Nicholas Tombazis sicuro del fatto che una volta che verrà scritto il Regolamento definitivo le monoposto 2026 saranno più veloci delle attuali Formula 2.

Una partita aperta, quella delle monoposto 2026, ancora lontana dalla sua regolamentazione definitiva, e in cui Federazione da una parte e squadre dall’altra proveranno a trovare un punto d’incontro nelle prossime settimane/mesi. Se ci riusciranno o meno, sarà solo il tempo a dirlo.

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