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F1 Grand Prix of Qatar - Practice

DOHA, QATAR - NOVEMBER 19: Nikita Mazepin of Russia driving the (9) Haas F1 Team VF-21 Ferrari in the Pitlane during practice ahead of the F1 Grand Prix of Qatar at Losail International Circuit on November 19, 2021 in Doha, Qatar. (Photo by Peter Fox/Getty Images)© Getty Images

F1 Dossier: Haas e la questione Uralkali

Il team americano dopo la visita nei box di Zandvoort degli ufficiali giudiziari è intenzionato a rispettare il pagamento all’ex title sponsor russo dei circa nove milioni di dollari previsti dalla sentenza emessa lo scorso Giugno da un tribunale arbitrale svizzero

AGGIORNAMENTO (Lunedì 26 Agosto Ore 15:30). La vicenda tra Haas e Uralkali può considerarsi definitivamente conclusa, con il team americano che a questo punto può partire alla volta di Monza, dove questo fine settimana si svolgerà il Gp d'Italia, sedicesima prova del Mondiale 2024 di Formula 1. Secondo quanto si apprende, infatti, già nella serata di Venerdì 23 Agosto la Haas aveva provveduto al pagamento dei circa nove milioni di dollari spettanti all'ex title sponsor Uralkali, oltre a mettere a disposizione un modello della monoposto 2021, come da accordo tra le parti. Visto che nel weekend le banche erano chiuse e che senza l'effettiva ricezione del pagamento da parte di Uralkali i camion della Haas contenenti non solo le monoposto ma anche le attrezzature della squadra non potevano lasciare l'Olanda, è stato necessario aspettare fino alla tarda mattinata odierna, quando è arrivato il comunicato ufficiale da parte di Uralkali. Nel comunicato oltre a confermare di aver ricevuto l'intero pagamento ad opera di Haas in conformità alla sentenza emessa dal tribunale arbitrale svizzero lo scorso 12 Giugno, Uralkali ha notificato alle autorità olandesi di poter rilasciare i beni di Haas, la quale è così libera di poter lasciare il circuito di Zandvoort e di conseguenza l'Olanda. Uralkali ha infine fatto sapere che utilizzerà il denaro restituito per aumentare la loro capacità di assicurare un approvigionamento alimentare stabile. A questo comunicato è seguito quello della Haas che (nel confermare il fatto che Uralkali ha ricevuto il pagamento intimato) ha ufficializzato che i loro camion hanno ricevuto l'autorizzazione a poter lasciare l'Olanda  per dirigersi in Italia. 

Una vicenda destinata nella peggiore delle ipotesi a condizionare le prossime gare di campionato. La Haas inizia la seconda parte di campionato con la spada di Damocle della vicenda Uralkali, tornata improvvisamente alla ribalta nelle ultime ore dopo che nella serata di giovedì si sono presentati assieme alla polizia nei box del team americano a Zandvoort (sede del Gp d’Olanda, quindicesima prova del Mondiale di Formula 1 in programma questo weekend) degli ufficiali giudiziari, con l’obiettivo di valutare economicamente non solo le monoposto, ma anche i beni della scuderia americana dopo che la stessa Uralkali (in possesso come vedremo di una sentenza a lei favorevole) si è rivolta ai tribunali olandesi chiedendo il risarcimento della quota a lei spettante, finora non ancora pagata dalla scuderia di Gene Haas.

Haas-Uralkali: dalla rescissione dell’accordo alla causa legale

Come siamo arrivati a questo punto? Per capire meglio gli ultimi eventi è necessario fare un passo indietro fino al 2021, quando la Haas si presenta al via del Mondiale con due nuovi piloti (Mick Schumacher e Nikita Mazepin), ma sopratutto con un nuovo title sponsor: Uralkali, un’azienda russa specializzata nella produzione e nell’esportazione di potassio, di proprietà del padre di Mazepin, Dmitry.
L’accordo prevede anche la sponsorizzazione per la stagione 2022, ma a poche settimane dall’inizio del Mondiale con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia la Haas decide non solo di chiudere il contratto in essere con Nikita Mazepin, ma di rompere con effetto immediato la sponsorizzazione con Uralkali. Come dichiarerà in seguito il patron del team americano Gene Haas al magazine “Kickin’ the Tyres”, a spingere la squadra a rescindere sia l’accordo con Nikita Mazepin che con lo sponsor Uralkali erano state le pressioni da parte degli sponsor, contrari alla presenza di uno sponsor (peraltro title name) russo, nonché di un pilota russo, nonostante peraltro lo stesso Nikita fosse stato autorizzato pochi giorni prima a partecipare al Mondiale di Formula 1 come pilota neutrale e sotto la bandiera FIA, previa accettazione dei principi della Federazione per quanto riguardava la pace e la neutralità politica.

Se dunque la Haas decide di rinunciare sia alla presenza in macchina di Mazepin (richiamando al fianco di Mick Schumacher l’esperto Kevin Magnussen) sia del title sponsor Uralkali, fin da subito emerge come al momento della rottura unilaterale della sponsorizzazione da parte della Haas la stessa Uralkali avesse già provveduto al pagamento di buona parte della quota di sponsorizzazione per il 2022 a favore del team americano, quantificabile in circa 13 milioni di dollari. Una volta che la Haas ha rescisso unilateralmente l’accordo di sponsorizzazione, Uralkali fin da subito considera un’azione legale nei confronti del team americano, chiedendo la restituzione della quota già pagata, con la Haas che a sua volta nell’Aprile 2022 dichiara non solo di non essere disposta a concedere alcun tipo di risarcimento, ma anzi di esigere a sua volta da Uralkali un ulteriore risarcimento per la perdita di profitti, quantificabile in circa 8.6 milioni di dollari.

Inizia così una lunga battaglia legale tra le due parti, che ha visto il suo atto finale lo scorso 12 Giugno, quando un tribunale arbitrale svizzero se da una parte riconosce il pieno diritto di Haas nel rescindere il contratto in essere con Uralkali, dall’altra però sostiene che il team americano poteva trattenere solamente la quota della sponsorizzazione destinata a coprire il periodo fino al 4 Marzo 2022 (data della rescissione dell’accordo) quantificabile in circa quattro milioni di dollari, restituendo a Uralkali la rimanenza della quota già pagata dall’azienda russa (quantificabile in circa nove milioni di dollari), oltre a un esemplare della monoposto 2021 guidata da Nikita Mazepin, come prevedeva l’accordo tra le parti.

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