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Ricordando Ayrton Senna

Ricordando Ayrton Senna

A trent’anni dalla sua scomparsa ricordiamo non solo il tre volte campione del mondo di Formula 1, ma anche l’uomo Ayrton, che di nascosto non esitò a devolvere parte dei suoi guadagni per dare anche ai ragazzi più poveri le stesse opportunità

Senna e l’esplosione della rivalità con Prost

Il 1989 è anche l’anno in cui scoppia definitivamente la rivalità tra Senna e Prost, che porterà il pilota francese a lasciare la McLaren alla luce della netta incompatibilità con il pilota brasiliano e ad approdare in Ferrari.
Dopo l’episodio occorso l’anno prima all’Estoril, i rapporti tra i due si deteriorano definitivamente a Imola, in occasione del Gp di San Marino: al via della seconda partenza (resasi necessaria dopo il terribile incidente occorso alla Ferrari di Gerhard Berger, salvatosi miracolosamente pur rimediando delle ustioni alle mani grazie al provvidenziale intervento degli uomini della CEA, pronti a spegnere le fiamme che avevano avvolto la Ferrari, dopo che la Rossa era andata ad impattare contro le barriere all’altezza della curva del Tamburello) Prost parte meglio di Senna, ma il pilota brasiliano contravvenendo agli accordi presi in precedenza, supera Prost alla variante della Tosa, andando così a vincere la gara con 40”225 sul suo compagno di squadra.

Il pilota francese non prende per niente bene questo comportamento da parte del brasiliano, e così da quel momento in poi tra i due inizia una profonda rivalità che tocca il punto più alto il 22 Ottobre 1989 a Suzuka in occasione del Gp del Giappone, decisivo per l’assegnazione del titolo mondiale. Prost si presenta a Suzuka con sedici punti di vantaggio su Senna, costretto tassativamente a vincere per mantenere intatte le sue speranze iridate.

Se al via Prost parte meglio di Senna conquistando la testa della corsa, dopo la sosta ai box non solo Ayrton comincia a rispondere progressivamente ai tempi del francese, ma giro dopo giro comincia a girare decisamente più veloce rispetto al Professore, arrivando così nei tubi di scarico della McLaren gemella. Arriviamo così al 47°giro: una volta che Senna tenta di superare Prost all'altezza della Triangle Chicane (caratterizzata da un imbuto strettissimo dove può entrare una monoposto per volta),il francese anticipa la traiettoria d'ingresso chiudendo la strada al brasiliano.

Il risultato è il contatto tra le due McLaren, con la monoposto di Senna bloccata da quella di Prost, il quale esce dalla monoposto, sicuro di essersi laureato campione del mondo con una gara di anticipo. Senna, però, non ci sta, e così, consapevole del notevole vantaggio nei confronti della Benetton-Ford di Alessandro Nannini (circa 1'13”), chiede ai commissari di essere spinto, essendo tra l'altro riuscito a mantenere acceso il motore della propria monoposto, tornando in pista attraversando la via di fuga della chicane. Se è vero che poi il pilota brasiliano si vedrà costretto ad effettuare una sosta supplementare per sostituire l’ala anteriore danneggiata, tornando in pista e dando vita a una rimonta, che lo porterà poi a vincere la gara con 2”297 sul pilota della Benetton, e con 14”201 sulla Williams-Renault di Riccardo Patrese, è altrettanto vero che Prost, una volta appreso del ritorno in pista di Senna, invece di parlare con la squadra si reca a parlare con i commissari per protestare per il ritorno in pista del compagno di squadra, avvenuto in maniera non del tutto regolare.
Passerà una ventina di minuti una volta finita la gara prima che possa prendere il via la cerimonia di premiazione che vedrà salire sul podio Alessandro Nannini (Benetton-Ford) sul gradino più alto, seguito dai due piloti Williams Riccardo Patrese e Thierry Boutsen, con Senna squalificato in quanto rientrando in pista dalla via di fuga della chicane e non percorrendo la chicane stessa avrebbe ottenuto un vantaggio dalla spinta dei commissari. Alla luce della decisione presa è Alain Prost nonostante il ritiro in gara a laurearsi Campione del Mondo.

Senna e la McLaren non ci stanno, e presentano così un ricorso volto a ripristinare l'ordine di arrivo originario, che verrà respinto nell'udienza del successivo 30 Ottobre. Non solo: in quel frangente la FISA comminerà una multa di 100.000 dollari al pilota brasiliano, considerandolo pericoloso nei confronti degli altri piloti. Una decisione, questa, che Ayrton fatica non poco ad accettare, al punto che una volta finito il Mondiale non esita a tornare in Brasile, arrivando non solo a minacciare il ritiro, ma addirittura a dichiarare che la FISA (guidata da Balestre, connazionale e amico di Prost) abbia addirittura alterato l'andamento della lotta iridata. Dichiarazioni molto forti a cui corrisponde il ritiro della Superlicenza al pilota brasiliano. I rapporti tra Senna e la Federazione restano tesi per buona parte dell'inverno, fino al Febbraio 1990, quando a una lettera di scuse della McLaren messa a punto assieme allo stesso Ayrton, seguirà poi la riconsegna della Superlicenza al pilota brasiliano, il quale al termine di quello stesso anno si laureerà per la seconda volta in carriera Campione del Mondo. Anche in quel caso il suo rivale al titolo è Alain Prost (passato nel frattempo in Ferrari) e anche in quel caso a decidere il titolo sarebbe stato un contatto tra i due a Suzuka (questa volta al via del Gp del Giappone) innescato in questo caso da Senna, e che i commissari considereranno come un semplice incidente di gara. Al termine della stagione 1990 saranno dieci le pole conseguite da Senna, con sei vittorie (Usa, Monaco, Canada, Germania, Belgio e Italia) contro le cinque di Prost (Brasile, Messico, Francia, Gran Bretagna e Spagna), che chiuderà a quota 71 contro i 78 punti del rivale brasiliano.

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