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Ricordando Ayrton Senna

Ricordando Ayrton Senna

A trent’anni dalla sua scomparsa ricordiamo non solo il tre volte campione del mondo di Formula 1, ma anche l’uomo Ayrton, che di nascosto non esitò a devolvere parte dei suoi guadagni per dare anche ai ragazzi più poveri le stesse opportunità

L’ultimo titolo mondiale e la riconciliazione con Prost

Il 1991 vedrà Senna conquistare il suo terzo titolo piloti con la McLaren, in una stagione caratterizzato da ben quattro vittorie nelle prime quattro gare (Usa, Brasile (prima vittoria di casa nella gara di casa al termine di una corsa che lo vedrà tagliare il traguardo con la sosta sesta marcia per via di un problema al cambio) San Marino e Monaco). In una stagione che vedrà Prost in seria difficoltà con la Ferrari (e successivamente licenziato per aver paragonato la Rossa a un camion) il principale rivale per il titolo diventa nella seconda parte della stagione Nigel Mansell a bordo dell’arrembante Williams-Renault. Se il pilota britannico conquisterà nel corso dell’estate tre vittorie consecutive in Francia, Gran Bretagna e Germania, Senna ribatterà non solo vincendo in Ungheria e Belgio, ma approfittando dell’errore dei meccanici Williams in Portogallo (gomma mal fissata sulla macchina di Mansell, con la stessa che rotola via, costringendo i meccanici stessi ad effettuare un nuovo cambio gomme in mezzo alla pitlane, violando non poche regole e determinando la squalifica dalla gara del pilota inglese) andrà a creare quel vantaggio che gli consentirà nella penultima gara della stagione in Giappone di conquistare, come detto, il terzo titolo mondiale, e di chiudere la stagione non solo con una vittoria in Australia (sette quelle totali al termine del campionato, a cui vanno aggiunte anche otto pole position), ma anche con 24 punti di vantaggio nei confronti di Mansell (96 punti del brasiliano contro i 72 del pilota inglese).

Aldilà delle disavventure occorse a Mansell in Portogallo, è evidente a tutti come la Williams motorizzata Renault sia in decisa ascesa rispetto alla McLaren motorizzata Honda di Senna, e che per il titolo è solo questione di tempo. Titolo che arriva puntualmente nella stagione successiva, con Senna e McLaren che nulla possono dinanzi all’evidente strapotere del team di Grove, che con Mansell conquisterà nove delle sedici gare iridate, con il pilota brasiliano che vincerà solamente a Monaco, in Ungheria e in Italia.
Alla luce della decisione della Honda di lasciare la Formula 1 e la McLaren al termine della stagione 1992, Senna comincia a valutare in primis la possibilità di cambiare squadra (proponendosi anche alla Williams, la quale sarà però costretta a rinunciare, alla luce del veto posto da Alain Prost, ingaggiato dalla scuderia di Grove per la stagione 1993), e in seguito la possibilità di lasciare anch’egli la massima serie motoristica, effettuando anche alcuni test piuttosto promettenti in vista di un possibile approdo in Formula CART l’anno successivo. Alla fine però il campione brasiliano deciderà di rimanere in Formula 1 stipulando con la McLaren (che nel frattempo aveva sottoscritto un accordo di fornitura dei motori con l’americana Ford) un contratto a gettone, valutando gara per gara se correre o meno, ricevendo in caso di discesa in pista un milione di dollari al termine della corsa). Se le prime sei gare vedono Senna (pur dotato di un mezzo e di un motore inferiore rispetto alla Williams) ottenere ben tre vittorie (Brasile, Gp Europa sul circuito di Donington in cui sarà protagonista di una emozionante gara sul bagnato) e Monaco) e ben due secondi posti (Sudafrica e Spagna) conquistando anche la testa della Classifica Piloti, nella seconda parte di stagione nulla può contro lo strapotere tecnico della Williams, con Alain Prost che conquista così il suo quarto titolo mondiale in carriera, annunciando peraltro il suo ritiro a fine stagione.

Senna farà sue le ultime due gare di campionato in Giappone e in Australia, e proprio ad Adelaide farà definitivamente pace con il rivale di sempre, abbracciandolo sul podio.
Dietro alla grande rivalità in pista tra Prost e Senna si nascondeva infatti una grande stima reciproca, come racconterà anni dopo il pilota francese.

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