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Leclerc-Sainz: è doppietta Ferrari a Austin!© Fia

Leclerc-Sainz: è doppietta Ferrari a Austin!

Charles Leclerc e Carlos Sainz Jr regalano alla Ferrari una doppietta negli Stati Uniti che mancava dal 2006. Terzo Verstappen, davanti alle McLaren di Lando Norris e di Oscar Piastri. Mercedes: sesto Russell, ritirato Hamilton. Lawson a punti al rientro in Formula 1

21 ottobre

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Il duello tra Verstappen e Norris e il quinto posto di Piastri

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Oltre all’ottimo passo gara della Ferrari (che ha consentito alla scuderia di Maranello di conquistare una preziosissima doppietta con Charles Leclerc davanti a Carlos Sainz Jr), il Gp degli Stati Uniti verrà ricordato anche per i duelli occorsi in pista tra il campione olandese della Red Bull Max Verstappen e il giovane talento inglese della McLaren, Lando Norris.

©Formula 1

Come abbiamo già detto in partenza, il primo duello tra i due si verifica in partenza, quando Verstappen prova a superare in curva 1 il poleman Norris, approfittando dello spiraglio (eccessivamente aperto) lasciato dal giovane pilota della McLaren, al quale va riconosciuto di avere un discreto talento, ma di non avere ancora la giusta cattiveria agonistica necessaria per lottare un risultato ambizioso. In primis un titolo mondiale.
Verstappen alla fine riesce ad avere la meglio su Norris guadagnandone la posizione, ma nulla può il campione olandese dinanzi all’eccellente passo gara dimostrato dalla Ferrari di Charles Leclerc, abile a passare in testa alla gara approfittando dello spiraglio lasciato aperto dal campione inglese, troppo intento a battagliare con l’amico-rivale della McLaren.


In quelle prime fasi di gara peraltro Verstappen deve guardarsi anche dagli attacchi dell’altra Rossa di Carlos Sainz Jr, riuscendo a mantenere poi la sua seconda posizione anche grazie ai problemi alla power unit accusati nel primo stint di gara dal pilota spagnolo, abile però nel superare Verstappen grazie a un ottimo undercut, che lo ha visto fermarsi anticipatamente (nel corso del 22°giro) rispetto al campione olandese (fermatosi quattro tornate più tardi), riuscendo così grazie a dei buoni giri sulla gomma dura a crearsi quel gap che gli consente di stare davanti al pilota olandese, il quale però con la mescola più dura portata da Pirelli non riesce proprio a trovarsi, lamentandosi via radio nel corso del 36°giro di non riuscire né a frenare né ad attaccare. Alle sue spalle, però, giro dopo giro comincia a farsi sempre più ingombrante l’ombra di Lando Norris: dopo aver subito il sorpasso di Verstappen, il giovane pilota inglese della McLaren in accordo con la squadra ha cominciato a rallentare il proprio ritmo, con l’obiettivo di posticipare al massimo la sosta per sfruttare al meglio la gomma media. Ciò ha permesso così a Norris di fermarsi solo nel corso del 32°giro, avendo così un set di gomme dure più fresco rispetto a quello dei rispettivi avversari. Se a questo aggiungiamo come la MCL38 denoti un buon feeling con la gomma dura, ecco dunque spiegato come con il passare dei giri Norris riesca sempre più ad avvicinarsi con facilità a Verstappen guadagnando in media circa un secondo a giro, portandosi nel corso del 44°giro sotto il secondo, dando così il via a un nuovo duello in chiave iridata con il campione olandese. Se in quel frangente emerge con chiarezza come difficilmente Norris sia in grado di attaccare la vittoria di Leclerc, il giovane pilota inglese ha indubbiamente la possibilità di poter rendere il sorpasso subito al via a Verstappen, con il campione olandese che pur soffrendo in maniera piuttosto evidente con la sua Red Bull riesce comunque a difendersi in maniera precisa e puntuale dagli attacchi di Norris, che arrivano quasi sempre al termine del lungo rettilineo compreso tra curva 10 e curva 12, e in alcuni casi (come all’inizio del 49° e del 50°giro anche in curva 1).

Il momento chiave arriva nel corso del 52°giro, quando sfruttando il lungo rettilineo situato come detto tra curva 10 e curva 12 Norris riesce a compiere il sorpasso portando fuoripista Verstappen, il quale però al punto di corda di curva 12 si trovava seppur di poco davanti al pilota della McLaren. Ciò spinge la Direzione Gara ad aprire una investigazione a carico di Norris, comminandogli una penalità di cinque secondi. L’obiettivo in quegli ultimi tre giri e mezzo di gara per Verstappen è quindi quello di restare sotto i cinque secondi di distacco per non perdere il podio, ed è quello che avviene, con il campione olandese che chiude il Gp degli Stati Uniti con un distacco di 4”1 alle spalle di Norris, che per via della penalità viene così retrocesso alle spalle di Verstappen per 942 millesimi, con la stessa McLaren che nel corso dell’ultimo giro chiede a Piastri di rallentare per non far perdere a Norris anche il quarto posto.

©@McLarenF1

Un cenno la merita la gara di Piastri (classificatosi quinto), con il pilota australiano autore di una gara regolare senza infamia né lode, ma che di fatto non è riuscito a far performare la monoposto al livello di Norris. Così il pilota australiano ha commentato la sua gara sul sito ufficiale della McLaren. "È stato un pomeriggio un po' solitario, a dire il vero, partendo e finendo in P5. Il lato positivo è che abbiamo ottenuto dei punti decenti, il che è importante nella lotta per il campionato costruttori. Oggi non avevamo proprio il ritmo della Ferrari. Il campo è ancora estremamente serrato e questo weekend lo ha dimostrato. Puntiamo a tornare più forti in Messico".

La McLaren esce dunque da Austin con i galloni di seconda forza in pista, al termine di una gara che ha visto il team di Woking (che aveva portato diverse novità) che alla fine ha pagato forse l’approccio troppo conservativo utilizzato nel primo stint di gara condotto con gomme medie, e con un Norris apparso forse troppo morbido nei confronti di un campione del calibro di Verstappen, che esce dal Circuit Of The Americas non solo con una Red Bull ritrovata risposto alle ultime gare di campionato (e a cui gli aggiornamenti introdotti ad Austin sembrano aver fatto bene, anche se c’è ancora qualcosina da sistemare), ma con la consapevolezza di essere una volta di più un vero e proprio campione capace di attaccare quando serve, ma anche di sapersi difendere a dovere (vedi il duello con Norris nella fase finale di gara che lo ha visto sfruttare al massimo il primo settore in virtù dell’eccellente guidabilità della RB20 nello snake per creare quel vantaggio da difendere poi al massimo nel secondo e terzo settore, dove la MCL38 con gomme dure riusciva ad essere più performante), e con il grande pregio di saper estrarre il massimo potenziale dalla propria monoposto. Dote, questa, ribadita anche nel weekend di Austin che lo ha visto aggiudicarsi la gara Sprint e conquistare un preziosissimo terzo posto in gara a differenza del compagno di squadra Sergio Perez, che a parità di monoposto ha saputo conquistare un nono posto nella Sprint e un settimo posto nel Gp domenicale.

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